« Ammettiamo che si chiami Omar. Sa leggere e scrivere. È nato negli anni 90 in un ospedale lurido, in qualche angolo sperduto del Corno d’Africa. Suo padre è morto, sua madre fa la fruttivendola. Diversi suoi fratelli sono morti in tenera età, di malattie e non. Lui gode di una salute relativamente buona. Gli manca solo qualche dente, mal curato. A volte rimane stravolto per vari giorni dalle sue crisi di malaria. Però lavora da quando ha 12 o 13 anni, come facchino di merci di ogni genere. Per fortuna è sfuggito più di una volta alle retate del servizio nazionale. Così, per diciotto mesi, passando da un lavoro all’altro, è riuscito a mettere soldi da parte. Un cugino in esilio gli ha inviato qualche centinaio di dollari per arrotondare. Con quei soldi ha pagato un trafficante che gli ha fatto passare clandestinamente il confine. »
Léonard Vincent
« Faire silence sur ce passé en rappelant au mieux la dictature des uns et la déréliction des autres suffit à dire que si depuis plus de vingt ans la Méditerranée s’est changée en un cimetière du rêve, la conscience européenne, elle, n’a pas fini de s’y noyer. »
Olivier Favier
Rubriques : À l'ouest d'Aden, Contre-actualité |
Mots-clés : Bossi-Fini, Colonialisme italien, Colonisation, Emanuele Crialese, Érythrée, Érythréens, Frontex, Gabriele del Grande, Hélène Crouzillat, Laetitia Tura, Lampedusa, Léonard Vincent, Les Messagers, Migrants, Naufrage, Somalie, Somaliens
« L’attaque terroriste de Westgate, l’un des centres commerciaux les plus sélects de Nairobi, au Kenya, revendiquée par le mouvement somalien jihadiste Harakat al-Shabaab al-Mujaahidiin, a montré le visage le plus cruel d’une crise dont Mogadiscio est depuis longtemps l’irréductible pivot.
Les dynamiques de l’assaut font penser à une action bien planifiée et menée à bien avec une lucide cruauté. Ce n’est en rien le geste d’un groupe de désespérés, ou l’action extrême d’un mouvement sur le déclin, comme le récit dominant semble désormais interpréter les replis d’al-Shabaab depuis différents centres urbains du sud de la Somalie.
L’attentat de Nairobi pourrait marquer le sommet – sinon le début – d’une escalade de la violence, dont les racines sont indiscutablement liées aux opérations de l’armée kényane en Somalie, à l’échec de la lutte contre al-Shabaab et à la difficulté d’en comprendre les nombreuses métamorphoses. »
Matteo Guglielmo
Rubriques : À l'ouest d'Aden |
Mots-clés : 21 septembre 2013, al-Qaida, al-Shabaab, AMISOM, Corne de l'Afrique, FBI, Géopolitique, Jihad, Jubaland, Kenya, Linda Nchi, Mogadiscio, Muhajirun, Nairobi, Somalie, Terrorisme, Westgate
« Un giorno di gloria è questo per la patria! Chi ne dubita? “Incendiare il villaggio è stata una dolorosa necessità politica”, spiega solennemente il nunzio della santa e eroica impresa. Questa è la guerra! »
Il Tempo, 11 settembre 1908.
Rubriques : À l'ouest d'Aden |
Mots-clés : Afgoi, Antonino Di Giorgio, Bimal, Colonialismo italiano, Colonizzazione, Corno d'Africa, Corriere della Sera, Il Tempo, Incendio, Luigi Robecchi Bricchetti, Paese, Somali, Somalia, Uebi-Scebeli
« Ho trovato questi due articoli, quello di Giuliano Bonacci del Corriere della Sera del 10 settembre 1908 e la sua lettura critica da un giornalista del Tempo il giorno successivo, nelle carte di Luigi Robecchi-Bricchetti presso l’archivio storico di Pavia. L’esploratore, tornato definitivamente dalla Somalia nel 1904, ha ritagliato i due articoli e li ha evidenziati con una matita blu. Nei suoi libri, ha spesso condamnato il principio di una colonizzazione militare, illudendosi sulla possibilità di una colonizzazione strettamente economica, fatta di scambi tra colonizzatori e colonizzati. Nel 1903, c’erano in Somalia solo 13 italiani e Angelo del Boca la definisce una “colonia di carta”. Cinque anni dopo, la realtà della conquista si fa sentire. Il maggiore Di Giorgio, responsabile della distruzione del paese, diventerà tenente generale durante la prima guerra mondiale e ministro della guerra di Mussolini, dal 1924 al 1925. »
Olivier Favier
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« Dopo il mio arrivo a Reporter Senza Frontiere, nel 2004, una volta conosciuta l’Eritrea e le sue battaglie, ho avuto la certezza immediata, intuitiva, di avere scoperto una Terra Ignota, uno di quei luoghi inesplorati di cui un tempo sognavo . Non se ne parlava da nessuna parte, nessuno sapeva rispondere alle mie domande. Il non-luogo assoluto, in effetti invisibile, la vera utopia, la terra rossa dimenticata da tutti tranne che dai suoi figli! Guardavo le fotografie dei prigionieri di settembre 2001, che il mio predecessore aveva inserito nei dossier che mi aveva lasciato. Quegli uomini avevano dei visi simpatici, nomi poetici, destini brevi ed avventurosi falciati con violenza. Una geografia dell’inconscio si è disegnata. Ho cominciato a volergli bene. Poi da questa fantasticheria iniziale, man mano che incontravo famiglie di detenuti, gli evasi da poco, i vecchi torturati, i complici del dittatore, la realtà mi è apparsa nella sua gravità, nel suo lato sordido, nelle sue piaghe, insomma nella sua sostanza. Era troppo tardi, ormai facevo parte della famiglia. Avevo sentito a mia volta l’Eritrea fare del male, anche a me. Ero nella storia. »
Léonard Vincent
« Sur une troisième image, le père et le fils sont sur une plage en Somalie. Robecchi Bricchetti affecte une pause altière, toute de fierté patriarcale, en costume de bain deux pièces. L’enfant est vêtu d’un seul pagne, les bras autour du cou du grand explorateur. Derrière eux, des Italiens les observent, visiblement intrigués. Sur la dernière image, Mabruc devra avoir dix ou onze ans, il est vêtu d’un costume européen, il fixe le photographe et ses yeux expriment un sérieux insondable. »
Olivier Favier
« Il arrive parfois que l’histoire révèle une forme de justice poétique. C’est le cas de l’actualité à rebondissements qui accompagne le funeste mausolée érigé à Affile, province de Rome, haute vallée de l’Aniene, inauguré le 11 août 2012. “Sanctuaire”, le définit-on in loco. “Vespasienne”, l’ont rebaptisé les opposants en ligne. »
Wu Ming
Rubriques : À l'ouest d'Aden, Positions |
Mots-clés : Affile, Alessandra Mussolini, Blu, Colonisation italienne, Ercole Viri, Gianni Alemanno, Guerre d'Ethiopie, Justice poétique, Nicola Zingaretti, Renata Polverini, Révisionnisme, Rodolfo Graziani, Wu Ming, XM24
« Ceci est une histoire vraie… y compris les parties qui ne le sont pas. »
Wu Ming 2 et Antar Mohamed
Rubriques : À l'ouest d'Aden |
Mots-clés : Antar Mohamed, Asce di guerra, Carlo Costa, Colonisation italienne, Corne de l'Afrique, Éditions Métailié, Giorgio Marincola, Giovanni Cattabriga, Isabella Marincola, Lorenzo Teodonio, Mogadiscio, Mondine, Pilo Albertelli, Razza Partigiana, Riz amer, Serge Quadruppani, Somalie, Stramentizzo, Timira, Wu Ming, Wu Ming 2
Il romanzo Timira, opera di Wu Ming 2 e Antar Mohamed, edito in Italia da Einaudi nel 2012, uscirà in Francia presso le edizioni Métailié nella traduzione di Serge Quadruppani.